Rimborso IVA per la Vendita di Tartufi: nel mese di agosto del 2023, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza di notevole importanza per coloro che sono coinvolti nella vendita di tartufi. La sentenza, con il numero 23998/2023, ha aperto la strada al rimborso dell’IVA sugli acquisti effettuati da rivenditori dilettanti e occasionali che non sono in possesso di una partita IVA. Questo articolo esplorerà i dettagli di questa sentenza e le sue implicazioni.
La Question: Il Dilemma del Rimborso IVA
La sentenza riguarda un caso in cui una società attiva nella trasformazione e commercializzazione del tartufo aveva chiesto il rimborso dell’IVA relativa agli acquisti di tartufi da parte di rivenditori dilettanti e occasionali privi di partita IVA. Inizialmente, il rimborso era stato negato.
La Decisione della Corte: Un Passo Importante
La Corte di Cassazione ha preso in considerazione diversi fattori rilevanti:
- L’articolo 1, comma 109, della Legge n. 311/2004, che prevedeva l’indetraibilità dell’IVA assolta attraverso autofattura emessa dai acquirenti di tartufi da rivenditori dilettanti od occasionali senza partita IVA, non era più in vigore per il caso in questione.
- L’applicazione di una norma abrogata a un rapporto non ancora definito ha sollevato dubbi sulla sua compatibilità con il diritto dell’Unione europea.
- La modifica normativa era necessaria per evitare una procedura di infrazione attivata dalla Commissione europea nei confronti dell’Italia, poiché contrastava con la Direttiva IVA n. 2006/112/CE, che riconosce il diritto alla detrazione dell’IVA sugli acquisti.
- La Corte ha stabilito che l’articolo 1, comma 109, della Legge n. 311/2004 non poteva trovare applicazione in quanto contrastava con le disposizioni della Direttiva 2006/112/CE, la quale prevaleva sul diritto nazionale.
L’Implicazione della modifica legislativa
Con l’entrata in vigore dell’articolo 29 della Legge n. 122 del 2016 a partire dall’1 gennaio 2017, l’obbligo di autofatturazione e di liquidazione dell’IVA da parte del cessionario è stato eliminato. Questa modifica è stata necessaria a causa della procedura di infrazione EU-Pilot 8123/15/TAXU avviata dalla Commissione europea, che aveva evidenziato l’incompatibilità tra il regime dell’autofatturazione e le disposizioni della Direttiva CE del Consiglio n. 112/2006/CE.
Il cambiamento e i principi dell’IVA
Il regime applicabile all’acquisto di tartufi da parte di rivenditori dilettanti od occasionali, che non sono soggetti passivi IVA, è stato influenzato dal sistema di reverse charge. Tuttavia, non permetteva il diritto di detrazione per l’acquirente.
Conclusione
La sentenza della Corte di Cassazione ha aperto la strada al rimborso dell’IVA per le società coinvolte nella vendita di tartufi da parte di rivenditori dilettanti od occasionali senza partita IVA. Questa decisione riflette la necessità di adeguarsi al diritto dell’Unione europea e ai principi fondamentali dell’IVA. Con la modifica legislativa, l’Italia ha eliminato una restrizione che andava contro il principio di neutralità dell’IVA, garantendo ai contribuenti il diritto di ottenere il rimborso delle imposte versate in violazione del diritto dell’Unione.
La sentenza della Corte di Cassazione ha importanti implicazioni per il settore del tartufo in Italia, aprendo la strada a una maggiore certezza giuridica e a un trattamento fiscale più equo per le imprese coinvolte.
Fonte: https://iqnotizie.it/notizia/IQ12760
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