Il tartufo nella stagione 2021/2022 ha raggiunto prezzi stratosferici. Si tratta, secondo la Coldiretti, di quotazioni record, pari anche al doppio di quelle delle annate più favorevoli, fatte registrare alla borsa del tartufo di Aqualagna. A far innalzare il prezzo sono state le condizioni climatiche avverse segnate da un lungo periodo di assenza di precipitazioni perché il tartufo si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi nelle fasi di germinazione e di maturazione.
Nella provincia di Brescia noti sono quelli della Valtenesi, dell’alto Garda, delle colline moreniche e da qualche tempo della Valle Camonica.
Il tartufo oggigiorno è anche una moda, un elemento che caratterizza il modo di vivere.
Ma cosa è realmente? È un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell’albero con cui vive in simbiosi.
Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il Pino, il Leccio, Carpino Nero, Nocciolo, la Sughera, Cerro, Pino Domestico, Tiglio Montano, Farnia e la quercia il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.
Il tartufo può anche essere oggetto di coltivazione, termine errato, a seguire utilizzeremo un termine più corretto che sarebbe tartuficoltura. Per capire se l’azienda agricola è in grado di portarlo a dimora occorre un preciso studio ambientale che prevede una valutazione pedo-
climatica e ambientale del sito d’impianto, quindi le analisi chimico-fisiche del terreno.
Le spese per la realizzazione di un impianto vanno minimo dai 10 mila ai 20 mila euro per ettaro. La tartuficoltura vive un periodo di grande espansione anche nella provincia di Brescia, ma ogni nuova tartuficoltura ha bisogno di alcuni anni prima di entrare in produzione dopo essere stata messa in campo: passano dai 4 ai 6 anni prima che una tartufaia inizi a produrre regolarmente tartufi made in Brescia.
5 commenti
Tracy Cima · 4 Marzo 2022 alle 20:03
Spiegazione chiara e costi effettivi per la produzione, grazie
Mauro Massardi · 4 Marzo 2022 alle 20:09
Domanda? Ma scarsità uguale maggior pregio come per l’uva da vinificazione?
Claudio Morati · 4 Marzo 2022 alle 20:39
I prezzi dei tartufi, in particolare quelli pregiati, è abbastanza complesso (e di questo ci sarebbe bisogno di un articolo che lo racconti e lo spieghi bene). A inizio stagione e fine stagione il prezzo è alto, mentre in stagione il prezzo si allinea ma, sempre permettendo condizioni climatiche. Per ogni calamita il prezzo sale in particolar modo quando è reperibile con fatica. Come ha letto nell’articolo stiamo vivendo un anno storico per la mancanza di funghi e tartufi, e non solo nel nostro territorio nazionale. In questo ultimo caso il prezzo schizza parecchio in alto. La nostra filosofia è di far modo che il Tartufo Nero Pregiato sia un diritto non un lusso contenendo i prezzi e proporre solo due fasce di prezzo per la prima scelta e la scelta mista. Seguirà articolo che spiegherà chiaramente le varie fasce di prezzo dei tartufi. Grazie per la domanda.
Tiziana · 7 Marzo 2022 alle 10:13
Grazie per questa spiegazione molto chiara, non sapevo che il tartufo si potesse coltivare.
Claudio Morati · 7 Marzo 2022 alle 12:43
Il termine coltivazione è errato. Il termine più corretto e tartuficoltura 🙂